L’ancora è la dotazione di bordo di sicurezza più importante poiché serve a vincolare l’imbarcazione al fondo marino, rendendola sicura nonostante il vento, le correnti e il mare.
La manovra di ancoraggio va eseguita controvento o controcorrente avvicinando il punto di fondo lentamente: da quasi fermi calare in mare l’ancora retrocedendo a motore o sfruttando la spinta della vela; il cavo o la catena devono essere filati, cioè lasciati scorrere, 3 volte il fondale con vento debole, 5 volte con vento fresco, 7 volte con vento forte.
Per salpare (recuperare l’ancora) portarsi a picco sull’ancora e salparla tenendo il motore in folle. Chi manovra ancora e catena dovrebbe indossare scarpe e guanti.
Se qualcuno cade in acqua mentre si naviga a motore, il pericolo più immediato è che possa essere ferito dall'elica. Appena ci si accorge dell'uomo caduto in acqua, bisogna lanciare immediatamente un salvagente anulare e allontanare la poppa e il pericolo costituito dall'elica. Per riportare la barca nel punto della caduta, si esegue una stretta virata e ci si tiene con la prua nel vento e l'uomo in mare a proravia del pozzetto (ossia nella parte anteriore della barca). Non appena lo si è assicurato alla barca, spegnere il motore ed estrarre l'uomo dall'acqua il più rapidamente possibile.
Le aree marine protette sono costituite da tratti di mare in cui le attività umane sono parzialmente o totalmente limitate.
È assolutamente vietato abbandonare rifiuti sulle spiagge. La pesca sportiva, la pesca professionale, l’immersione subacquea, l’ingresso con mezzi di trasporto inquinanti (imbarcazioni a motore, moto, automobili) sono soggette a regolamentazione variabile. La tipologia di queste aree varia in base ai vincoli di protezione. Ogni area è suddivisa in tre tipologie di zone con diversi gradi di tutela.
Zona A - Riserva integrale - interdetta a tutte le attività che possano arrecare danno o disturbo all'ambiente marino.
Zona B - Riserva generale - sono consentite e regolamentate una serie di attività che, pur concedendo una fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente, influiscono con il minor impatto possibile.
Zona C - Riserva parziale - sono consentite e regolamentate dall'organismo di gestione, oltre a quanto già consentito nelle altre zone, le attività di fruizione ed uso sostenibile del mare di modesto impatto ambientale. La zona C rappresenta la fascia tampone tra le zone di maggior valore naturalistico e i settori esterni all'area marina protetta.
A parte durante le lunghe traversate, è meglio non gettare fuoribordo ciò che impiega molto tempo a disgregarsi e che non vorremmo trovare in superficie. Per la navigazione di due o tre giorni è consigliabile dividere e stivare le immondizie a bordo, per poi conferirle nelle isole ecologiche a terra. Il mare metabolizza numerosi rifiuti, ma questo processo può durare mesi o anni e danneggiare o uccidere flora e fauna. Purtroppo un questi ultimi decenni ciò che è stato gettato ha superato la capacità di dissoluzione del mare e i fondali marini sono diventati degli immensi immondezzai. I regolamenti internazionali prevedono tuttavia che tutti i rifiuti costituiti da materiale plastico siano da stoccare e portare a terra; cassette e rivestimenti in grado di galleggiare possono essere gettati oltre 25 miglia dalla costa; carta, vetro, tela, metallo, bottiglie, piatti e materiali simili, possono essere gettati oltre 12 miglia dalla costa. I rifiuti alimentari possono essere gettati oltre 12 miglia, ma se vengono ridotti in pezzetti più piccoli di 25 mm, possono essere gettati anche dopo le 3 miglia. Ma questi rifiuti non sono mai benvenuti sui fondali marini vicini alla costa.
Scegliere sempre prodotti biodegradabili al 100%, con tensioattivi di origine vegetale o minerale e oli essenziali. Un buon esempio è il vero sapone di Marsiglia. È vietato l’uso di saponi, shampoo e bagnoschiuma nelle banchine dei porti.
I soccorsi si chiamano sul canale 16 del VHF e con il telefono al numero 1530.
La meteorologia studia i fenomeni fisici che avvengono nello strato dell’atmosfera denominato ‘troposfera’, che sono i responsabili dei fenomeni meteo.
Gli strumenti di misura sono:
Abitualmente si dice che con il barometro alto (alta pressione) il tempo migliora, e con il barometro basso (bassa pressione) peggiora, ma è più importante vedere la tendenza, cioè se la pressione in 2 o 3 ore cala o cresce.
Con un lettura comparativa degli strumenti si può prevedere che:
Si possono individuare quattro tipi fondamentali di nubi:
In base alle loro caratteristiche le nubi vengono suddivise in tre classi di altezza:
Per la sicurezza in mare ci interessano soprattutto i cumulinembi, le tipiche nubi che portano temporale: appaiono all’orizzonte come una linea scura e da quel momento abbiamo mezz’ora per metterci al riparo.
Sempre agire con determinazione e senza fretta, mantenendo il sangue freddo. Ricordare che sinché il motore è in moto e la barca galleggia, o anche se il motore è fermo ma la barca comunque galleggia e non imbarca acqua, non c’è ragione di spaventarsi o fare atti irrazionali, tipo buttarsi in acqua per salvarsi a nuoto. Col mare in burrasca bisogna mettersi alla cappa, cioè tenere la barca posizionata in modo che prenda le onde a 45° a prua rispetto al proprio asse longitudinale (mare al mascone) e un regime di motore tale da mantenersi senza avanzare o quasi; in queste condizioni l’imbarcazione scarroccia lasciando sopravvento una scia relativamente tranquilla (zona in remora), in cui i frangenti sono trasformati in mare lungo e arrivano sulla barca indeboliti. Ovviamente si dovrà tenere conto della distanza dalla costa che si trova sottovento, tenendo conto che lo scarroccio di un’imbarcazione alla cappa non è mai inferiore ai 2 nodi.
Le brezze sono correnti d’aria localizzate che si presentano quotidianamente se non ci sono perturbazioni particolari.
Il terreno di giorno si scalda e riscalda l'aria, che tende a salire. Questo comporta un abbassamento della pressione al livello del terreno, di conseguenza l'aria che si trova sopra la superficie del mare, che è più fresca e in una zona con maggiore pressione, si sposta verso la leggera depressione che si è creata sopra la terraferma dando luogo a un vento debole, detto brezza di mare. Durante la notte la situazione si inverte: il terreno si raffredda più velocemente del mare, e la zona di bassa pressione si sviluppa quindi sopra l'acqua. Questa situazione genera un vento dalla terraferma verso il mare, detta brezza di terra.
La velocità di brezza può arrivare nei laghi fino a 10/12 nodi, in mare fino a 10/15.
Quando due unità hanno rotte convergenti ognuna dovrà rilevare a brevi intervalli gli spostamenti angolari dell’altra, prendendo come riferimento l’angolo formato tra la propria direzione e l’altra barca: se il rilevamento non varia in modo apprezzabile e la distanza diminuisce gradatamente, si deve ritenere che esiste pericolo di collisione, e occorre quindi manovrare di conseguenza.
Lo scarroccio è dovuto alla componente laterale della spinta del vento che agisce sull’opera morta, ossia sulla parte emersa della barca, e che tende quindi a spingerla lateralmente. Anche la deriva è una spinta che agisce sulla barca, ma dipende dalla corrente del mare, e non dal vento.
Controllare il Registro degli Avvisi ai Naviganti e le previsioni meteo, verificare che ci sia un quantitativo di carburante pari al 30% in più di quello stimato necessario per il tragitto, controllare che tutte le luci siano funzionanti, che ci siano tutti i documenti personali, quelli di bordo, le dotazioni di sicurezza e gli estintori in ordine, la cassetta dei medicinali, la bussola, eventuali carte nautiche, e che non ci sia acqua nella sentina.